Agricoltura biologica – Fa bene alla natura, fa bene a te.

Al SANA di Bologna, Terramica e le eccellenze bio piemontesi

Al SANA di Bologna, Terramica e le eccellenze bio piemontesi

Grande successo per la 29a edizione del  SANA di Bologna, salone internazionale del biologico e del naturale, dove l’Associazione Terramica, grazie al cofinanziamento ottenuto nell’ambito del PSR della Regione Piemonte (Mis. 3 op. 3.2.1 bando A), ha partecipato presentando alcune eccellenze produttive biologiche del Piemonte.

Cifre importanti quelle che il Salone ha fatto registrare: 920 le aziende presenti su 22.000 m2 distribuiti in 6 padiglioni, 2.500 incontri b2b ed una grandissima presenza di operatori del settore, grandi e piccoli, e di consumatori.

Terramica ha esposto un “paniere” di prodotti che ben rappresenta la varietà, la diffusione e l’importanza che il biologico piemontese  ha acquisito: ortofrutticoli freschi e trasformati, nocciole, miele, latte e formaggi ma anche uova, vino, pasta e prodotti da forno.

L’attività promozionale di Terramica, è stata ancora più efficace grazie alla presenza di alcune aziende che hanno partecipato attivamente alla manifestazione presentando prodotti tradizionali e specialità originali, espressione della capacità innovativa dei produttori piemontesi: Az. Agr. Fino Giuliano Andrea con frutta e trasformati, Az. Agr. Olivero Claudio con le uova e zabaione bio, Coop. BiancoViso con il latte di capra UHT, Soc. Agr.Il Papavero Rosso con le farine e prodotti da forno, Az. Agr. Bolla Roberto con il vino e le nocciole.

Quella del settore biologico è una realtà produttiva in costante crescita: aumento del 16% delle vendite al dettaglio nel 2017 per gli alimenti biologici che si dimostrano essere le “vere star” del carrello grazie ad una crescita della domanda ininterrotta da oltre un decennio.

I numeri indicano un vero e proprio boom di vendite per vini e spumanti (+109,9%) e carni fresche e trasformate (+85,1%) ma crescono anche gli acquisti dei derivati dei cereali (+3,2%), della frutta (+19,3%), degli ortaggi (+12,7%) e dei latticini (+16,2%) che complessivamente rappresentano da soli il 68% del valore della spesa biologica.

La crescita della domanda ha spinto l’aumento delle produzioni: l’Italia è leader europeo nel numero di imprese che coltivano biologico con 72.154 operatori e 1.795.650 ettari, entrambi in aumento del 20% rispetto all’anno precedente.

In termini assoluti, nell'ultimo anno, sono stati convertiti al biologico oltre 300 mila ettari. Se si guarda, invece, al rapporto tra ettari bio e superficie agricola utilizzata, la percentuale è salita al 14,5% dato che cresce rispetto al 2015, di oltre due punti percentuali. Le aziende agricole biologiche in Italia rappresentano il 4,4 % delle aziende agricole totali, quasi un punto percentuale in più rispetto all’anno 2015.

Tra le colture con maggiore incremento ci sono gli ortaggi (+48,9%), cereali (+32,6%), vite (+23,8%) e olivo (+23,7%). Il risultato è che il fatturato realizzato dal settore al consumo supera i 2,5 miliardi di euro e tra i canali di acquisto accanto alla grande distribuzione e ai negozi specializzati, particolarmente dinamici sono stati gli acquisti diretti dai produttori, nei cosiddetti farmers market, come ad esempio la rete degli agricoltori di Campagna Amica.

In occasione del Sana, il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina ha sottolineato la positiva “performance” del settore biologico che testimonia come questo settore sia rilevante per una fetta consistente di aziende agricole e ne rappresenti una scelta consapevole in favore dell'ambiente. Il Governo ha predisposto alcuni strumenti per indirizzare la crescita del settore e rendere più forte il comparto con scelte concrete: la revisione del sistema dei controlli per renderli più trasparenti ed efficaci, l'approvazione al Senato del testo unico sul biologico, che ha già passato il vaglio della Camera, l'istituzione delle mense biologiche certificate.

“Un intervento necessario per un settore che ormai ha superato i 5 miliardi di euro di valore e che fa sempre più parte del carattere distintivo del modello agricolo italiano".