Agricoltura biologica – Fa bene alla natura, fa bene a te.

Cascina Ghiserto: un’azienda zootecnica biologica

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Nel cuore dell’Alta Langa, tra i paesaggi incontaminati di Camerana, in provincia di Cuneo, sorge Cascina Ghiserto, un’azienda agricola biologica nata nel 2021. Questa azienda, guidata dalla passione e dalla visione di Mauro Ramini, rappresenta un esempio di come la zootecnia biologica possa integrarsi armoniosamente con il territorio, valorizzandolo e preservandone la bellezza.

L’azienda si distingue per l’allevamento di bovini di razza Angus, una razza rinomata per la sua rusticità, la resistenza alle malattie e il carattere docile, che facilita la gestione anche in condizioni difficili come i terreni scoscesi tipici della zona.

“Fin dal principio abbiamo deciso di intraprendere la via del biologico, trovandoci in un ambiente ancora incontaminato e dunque vocato a questa tecnica. La scelta del bio ci è sembrata la più idonea per preservare la bellezza e le peculiarità di questo territorio. La nostra decisione è stata dettata dalla volontà di rispettare e valorizzare il territorio, garantendo al tempo stesso il benessere degli animali e un prodotto di qualità per i consumatori”, spiega Mauro Ramini.

Gli animali vivono in una stalla interamente costruita in legno, progettata per minimizzare gli sbalzi di temperatura tra l’interno e l’esterno. Questo accorgimento riduce il rischio di malattie legate al clima, consentendo di evitare il ricorso a medicinali veterinari. L’alimentazione è composta principalmente da foraggi consumati al pascolo, integrati con orzo, mais e favino, tutti rigorosamente prodotti in azienda.

“La nostra scelta – continua Mauro - è improntata sul rispetto dell’ambiente e sul benessere degli animali. Questo approccio ci permette di offrire una carne genuina, di alta qualità e completamente tracciabile”.

LA ZOOTECNIA BIOLOGICA

La zootecnia biologica, grazie a pratiche sostenibili, contribuisce a preservare la biodiversità e a mitigare i cambiamenti climatici, sancendo il ruolo cruciale dei nostri allevatori di “custodi dell’ambiente”. Questi si fanno portatori di conoscenze e tradizioni secolari, oltre che a garantire la bellezza del paesaggio contribuendo alla tutela del territorio.

Concretamente, però, fare zootecnia biologica non è semplice, soprattutto a causa delle rigide regole del Regolamento. Queste prevedono metrature non derogabili sia per il pascolo che per le strutture dei ricoveri, oltre prescrizioni stringenti per l’alimentazione degli animali, che deve derivare da prodotti biologici di origine aziendale, eventualmente integrati con mangimi acquistati, ma anch’essi certificati Bio.

Anche la gestione dei reflui deve sottostare a vincoli restrittivi, come il rispetto del limite massimo di apporto al terreno di 170 Kg N/ha, indipendentemente dal fatto che il terreno si trovi o meno all’interno delle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN).

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui la zootecnia biologica non è cresciuta allo stesso ritmo delle produzioni vegetali, nonostante negli ultimi anni si sia assistito ad un progressivo incremento del numero di aziende zootecniche convertite a questa tecnica produttiva.